Il disastro umanitario provocato dalle ultime due settimane di scontri nello Stato birmano di Rakhine al confine con il Bangladesh. L’urgenza di offrire a questo popolo in fuga uno status garantito internazionalmente
Gli attacchi di questi giorni di ribelli di etnia Rohingya contro postazioni della polizia in Myanmar e le notizie frammentarie sulla presenza di profughi della stessa etnia che cercano nuove vie di fuga riaccendono i riflettori sulla situazione di questo popolo in Myanmar e Bangladesh, Paesi che papa Francesco visiterà a fine novembre.
A centinaia, negli ultimi anni in cui la persecuzione si è accentuata nello Stato occidentale birmano di Rakhine, anche appena dodicenni, sono state date in matrimonio a individui che promettono loro la libertà e la sicurezza in cambio del matrimonio
Tra le critiche dei premi Nobel e le accuse di debolezza avanzate dall’opposizione, in Myanmar si fa sempre più difficile la situazione della minoranza musulmana dello Stato occidentale di Rakhine. E si teme che questo dramma irrisolto possa alimentare la radicalizzazione islamista
L’epopea dei missionari del Pime, la Chiesa e la porta santa nel Myanmar orientale. E se «beyond nature» era la sfida dei primi missionari che si spinsero oltre il fiume Salween, superando la paura e gli ostacoli naturali in aree ancora impervie e mai esplorate, così ora vi sono altrettante sfide nel superare le tensioni, la sete di potere e di denaro che condizionano i rapporti tra le etnie.
Una serie di attacchi sulla frontiera con il Bangladesh ha scatenato come reazione un’altra ondata di violenze verso quella che l’Onu definisce «l’etnia oggi più perseguitata a mondo». Una vicenda che riapre anche il nodo dei rapporti tra i miliari e Aung San Suu Kyi in Myanmar
Riuniti i rappresentanti di numerose etnie come i Karen, i Kachin, gli Shan, i Wa, i Kayah, scettiche in maggioranza ma disponibili a cessare le ostilità in cambio di un sistema federale che garantisca sicurezza e diritti. Ma non ci sono comunque i Rohingya
Quasi in contemporanea con il sisma in Italia una scossa della stessa magnitudo ha colpito anche il Paese asiatico. La maggiore profondità ha contenuto i danni alle persone, ma sono ingenti le conseguenze sui templi buddhisti di Bagan, uno dei più importanti complessi architettonici del Paese