Hanno ripreso vigore le manifestazioni che chiedono la riscrittura della Costituzione imposta dopo il golpe del 2014, l’uscita di scena dei militari dal governo e una revisione dell’istituzione monarchica che troppo spesso si è appoggiata sull’esercito. E quanto sta accadendo a Yangon incoraggia ulteriormente le proteste
Venerdì 12 marzo alle 20.30 webinar di preghiera e testimonianza con suor Ann Rosa Nu Tawng, simbolo della protesta, Ba Oo, diacono del Myanmar, padre Bernardo Cervellera e il cardinale Matteo Maria Zuppi
L’agenzia cattolica thailandese LicasNews ha raccolto la testimonianza della suora inginocchiata davanti ai poliziotti in Myanmar, la cui foto ha fatto il giro del mondo. Aveva aperto ai feriti degli scontri la clinica che gestisce per la Chiesa: “Probabilmente ho fatto la figura della stupida, ma ho provato pietà per le persone: così ho deciso di restare e di morire se è necessario”. Intanto la polizia e l’esercito continuano ad aprire il fuoco sulla folla decine i morti
Il coraggio e la disponibilità a donare la propria vita della gente del Myanmar, tra i quali coraggiosi fratelli e sorelle nella fede, e similmente degli attivisti democratici di Hong Kong, sono una testimonianza del primato della dignità umana e della coscienza sulla violenza del potere politico e militare
La testimonianza di un operatore umanitario da Yangon: «Gli amici che scendono in piazza a manifestare mi dicono: “Non possiamo tornare indietro, siamo pronti a morire per i nostri figli”. Ma quante responsabilità internazionali per la debolezza in cui il Paese si trova ad affrontare questa prova»
Anche lontano dalla capitale, le minoranze si stanno unendo alle manifestazioni contro il golpe con le loro bandiere, i loro slogan, la varietà di idiomi e costumi. Shan, Karen, Kachin, Kayah, Wa hanno rispedito al mittente l’improbabile «offensiva del sorriso» del generale Min Aung Hlain scegliendo di stare dalla parte di Aung San Suu Kyi
A due giorni dal golpe – mentre nella notte di Yangon la protesta prova a farsi sentire e i militari confermano il carcere per Aung San Suu Kyi – il Consiglio ecumenico delle Chiese e la Conferenza dei cristiani dell’Asia inviano un messaggio alle Chiese locali: «I diritti umani e le libertà di tutti i cittadini del Myanmar siano pienamente rispettate e protette»