Per la terza volta consecutiva il leader nazionalista indù guiderà il governo di New Delhi. Ma il calo dei suoi consensi ha anche evidenziato i limiti della sua visione e le gravi fratture presenti nel Paese. A Finis Terrae il gesuita indiano padre Cedric Prakash parla delle sfide che restano per la democrazia nell’India di oggi
Mentre il Paese attraversa una devastante seconda ondata di contagi da coronavirus, i lavori nel cantiere di Central Vista – volto alla costruzione delle residenze del primo ministro e del vicepresidente e di un nuovo Parlamento per un costo totale superiore a due miliardi di euro – non si ferma
Lo Stato più popoloso dell’India si è aggiunto alla lista degli Stati indiani in cui è in vigore il provvedimento ritenuto dai fondamentalisti indù una bandiera per la difesa della propria identità contro cristiani e musulmani. Il vescovo di Lucknow: «A farne le spese saranno come sempre i gruppi minoritari»
È battaglia sulla liberalizzazione dei mercati con la fine dei prezzi minimi garantiti contenuta in tre leggi promosse dal governo Modi. Il timore dei piccoli agricoltori è che – pur ottenendo la libertà di scegliere dove collocare i propri prodotti – non abbiano la possibilità reale di contrattare i termini migliori della vendita con i privati
Per il momento i casi ufficialmente rilevati sono 425, concentrati soprattutto nel Rajasthan. Un numero esiguo per un Paese di 1,4 miliardi di abitanti, ma ieri si è svolta comunque una giornata di chiusura generale di tutte le attività. In caso di estensione del contagio preoccupa la divaricazione tra metropoli immense e aree rurali
Da due giorni nei quartieri a nord-est della capitale indiana sono in corso scontri scoppiati intorno alle manifestazioni contro la legge sulla cittadinanza, ispirata dai nazionalisti indù. Già tredici i morti
Non si placano in India le proteste dei musulmani per le modifiche alla legge sulla cittadinanza, voluta dal presidente Modi. Che cosa dice davvero questo provvedimento è perché rischia di aprire la strada a discriminazioni sempre più pesanti
L’assistenza sanitaria universale concede ora a 500 milioni di indiani in povertà la possibilità di accedere a cure mediche negli ospedali pubblici o in quelli privati convenzionati