Anche di fronte alle immagini di questi giorni comandano le armi, chi le produce, e non la diplomazia. E si perdono le vite, si perde la cultura, si perdono tante cose
L’emergenza va riconosciuta: nessuno può essere consegnato alla morte. Ma accogliere i profughi senza fermare le armi è quanto di più ingiusto e inopportuno si possa fare
Il 7 giugno il Papa sarà in Bosnia Erzegovina, teatro di una guerra fratricida finita 20 anni fa. Ma che ha lasciato strascichi sempre più urgenti da affrontare
A fare sperare sono alcuni segnali inediti, a cominciare dalla tregua a tempo indeterminato annunciata dalle Farc a dicembre. Ma è necessario accelerare le trattative, per non perdere questa occasione