Papa Francesco nel suo viaggio in Iraq ha ricordato l’orrore dei tariffari per la vendita delle schiave yazide dell’Isis e la testimonianza della premio Nobel per la pace Nadia Murad. Ma a sei anni dal genocidio, ci sono tuttora donne e bambini prigionieri e poi venduti come schiavi tramite aste on line in Turchia
Dalle organizzazioni di matrice religiosa che operano in Iraq una dichiarazione congiunta in occasione della visita apostolica di Papa Francesco: “Abbracciamo pienamente il messaggio di fraternità e di dialogo che il Papa porta. Crediamo fermamente che rappresenti un modo necessario per guarire le ferite del passato e costruire un futuro per le diverse comunità del Paese”. Tra i firmatari anche Islamic Relief Worldwide e tante realtà locali irachene
La denuncia di padre Benham Benoka, sacerdote siro-cattolico di Bartella, alla vigilia dell’arrivo del Papa in Iraq: «Ancora oggi, in maniera più nascosta reispetto agli anni dell’Isis ma con effetti non meno gravi, le milizie sciite con la sostituzione demografica stanno cercando di cancellare la presenza dei villaggi cristiani. Aspettiamo Papa Francesco come un padre che soccorre i suoi figli che soffrono». Rivedi il video della sua testimonianza nella serata proposta dal Centro Pime
Omar Mohammed, il blogger che con il nome di “Mosul Eye” ha fatto conoscere al mondo le atrocità dell’Isis nel periodo più buio della città, racconta l’attesa della visita del Pontefice in Iraq: «Farà vedere anche a noi iracheni che l’unica strada per andare avanti è accettarsi l’un l’altro»