Quattro suore africane hanno ridato vita a un monastero fondato nel 1931 da un francescano francese nel Villaggio berbero di Tazert, che soffre per l’isolamento e l’arretratezza: «Siamo un’oasi di accoglienza e dialogo», raccontano. «La nostra Pasqua? Poche ma gioiose, come le donne davanti al sepolcro vuoto di Gesù!»
La carità può essere aggressiva, se pensiamo solo a soddisfare il nostro desiderio di essere buoni invece di capire ciò che è veramente un bene per chi abbiamo di fronte.
Dalle Isole Bijagos in Guinea Bissau una lettera di padre Luca Vinati, missionario del Pime a Bubaque: «Vedendo quello che noi stessi stiamo vivendo anche qui a causa del Coronavirus, riscopro la Chiesa delle origini, magari costretta al silenzio o a “nascondersi”, ma che in famiglia ritorna all’essenza della nostra fede»
La Pasqua è il giorno per eccellenza dei Battesimi dei nuovi cristiani. Ma in molti posti i catecumeni che attendevano questo giorno hanno dovuto forzatamente rimandarlo causa le restrizioni imposte dal Coronavirus. Il racconto di padre Marco Ribolini, missionario del Pime in Thailandia: «È una grande prova per loro e questo ci preoccupa. Ma la storia delle missioni ci dice che la fede produce frutti anche nelle situazioni più complicate»
«Lavate i vostri morti» raccomanda la poesia. Da qui si riparte, in questi giorni di primavera. Perché chi sa impreziosire la morte, sa anche impreziosire la vita
Sono passati dodici mesi dagli attentati islamisti che causarono la morte di 258 persone tra Colombo, Negombo e Batticaloa. La dura denuncia del cardinale Ranjit: «Le indagini sugli attacchi hanno rivelato che ‘personaggi altolocati’ dell’attuale governo sarebbero coinvolti. Ma nessuna azione è stata intrapresa contro di loro»
Padre Romano Stucchi ha sempre operato in contesti di prima evangelizzazione, cercando di far capire ai fedeli l’importanza di andare in Chiesa. Ora, alla vigilia di Pasqua, vive la frustrazione di doverli rimandare a casa a causa del coronavirus
La Veglia sarà al pomeriggio, così da finire prima del buio. Deve fare i conti con instabilità e violenza la vita dei cattolici nell’ex colonia italiana. «Siamo pochi, ma non invisibili», dice il vicario mons. Bugeja