Imperfetti e fragili, eppure riconciliati da Colui che nella Sua Pasqua ha toccato il fondo della nostra natura mortale e ci ha ri-portati definitivamente in Sé, al Padre
Le Missions Etrangères de Paris – l’istituto missionario che da 360 anni invia dalla Francia missionari in tutta l’Asia – partecipa al dolore di queste ore per l’incendio della basilica con questa preghiera: «Possa il mondo intravedere dentro questo dramma la grande speranza della resurrezione del tuo Figlio»
La liturgia del tempo pasquale, i tweet di Donald Trump e quanto accade qui in Cambogia, mi interpellano. A pensarci bene ha ragione il piccolo Rotha: siamo tutti malati di morte. Ma sta a noi decidere davanti a chi inchinarsi per guarire
Mettere Gesù nella nostra memoria/tomba significa metterlo nelle nostre case o cose morte, nelle relazioni sepolte e rimaste incompiute, nei lavori rimasti in sospeso, nelle parole non dette o dette male. Metterlo nei nostri archivi digitali pieni d’amore e di pena, di verità e di menzogne, di intimità e di tradimenti
Sull’attentato del parco di Lahore in Pakistan, Farahnaz Ispahani, ex parlamentare e giornalista dice a Mondo e Missione: «I terroristi proseguono nel loro obiettivo di purificare il Pakistan da tutti coloro che non si adattano alla loro visione».
Secondo i dati diffusi dalla polizia pachistana tra le vittime identificate della strage di Pasqua i cristiani sono 14 e i musulmani 54. Particolare importante ma che invece è sfuggito ai nostri racconti. Eppure dice con chiarezza come la persecuzione ci unisca molto più di quanto i jihadisti vorrebbero farci credere
Sono da poco rientrato in Cambogia e vivo questo rientro come un nuovo inizio, come una resurrezione. Essere riconosciuto dopo alcuni anni ormai trascorsi, chiamato per nome, è stato quanto di più bello potesse capitarmi. Era come se di me ricordassero solo il bene e avessero già perdonato tutto il male…