Mentre gli occhi del mondo sono puntati su Gaza, il conflitto in Myanmar sta conoscendo una nuova recrudescenza. Per questo il Pime, che è storicamente molto legato a questo Paese, chiede di pregare per la pace e per le popolazioni che stanno vivendo indicibili sofferenze
Più volte mi sono domandato quale fosse il modo del cristiano di stare di fronte a questo conflitto, come a ogni altro. Credo che l’unica via sia tenere nel cuore le parole di Gesù: «Rendete a Cesare quel che è di Cesare e a Dio quello che è di Dio»
Cucina e cappella, in monastero, sono un unico cantiere, sempre aperto dove si impara a «piegare l’indolenza della materia a un disegno di bellezza interiore»
«In quel giorno, / in quell’ora – scrive Pablo Neruda – leverò in alto le braccia / e le mie radici usciranno / a cercare altra terra». Tanto più oggi nel mezzo di una pandemia infinita, tentati di mollare la presa del Cielo
Monaci e credenti buddisti, suore e fedeli cattolici si sono riuniti sabato a Milano con l’arcivescovo Delpini offrendo le rispettive preghiere, mentre la repressione dei militari si fa sempre più dura. Padre Criveller: ” cristiani e i buddhisti sono in strada non con le armi, ma con la corona del rosario, il pa-deé buddhista e cartelli che invocano alla pace”
Padre Donghi – missionario del Pime scomparso pochi giorni fa – aveva preparato una catechesi sul tema della preghiera che avrebbe dovuto tenere in questi giorni a Lecco. In questo testo ammoniva: «Chi non ama il fratello non prega seriamente». E concludeva: «Ogni distacco ci richiama alla grande pietà che dobbiamo nutrire, nella preghiera, gli uni per gli altri. Preghiamo gli uni per gli altri: farà bene a noi e farà bene a tutti»
Dal Pio Istituto dei Sordi di Milano – in collaborazione con l’Ovci, l’Università Cattolica e l’Associazione Monsignor Marcoli – una libretto illustrato per insegnare le preghiere della tradizione cristiana ai bambini non udenti del Sud Sudan. Partendo da volti e gesti della tradizione africana
«Beati i puri di cuore perché vedranno Dio» recita una delle beatitudini secondo Matteo. Forse l’esperienza di questo virus sta facendo riemergere una profonda nostalgia di comunione, di verità, di rapporti più certi, più autentici tra di noi