Sono almeno 30 i morti e quasi 800 i feriti degli scontri avvenuti in questi giorni a Baghdad. Dove, nonostante l’invito alla calma del leader sciita Moqtada al-Sadr, la tensione resta alta
Che cosa rappresenta davvero la città di Najaf per gli sciiti? E perché l’incontro che Papa Francesco durante il suo viaggio in Iraq terrà lì con l’ayatollah al Sistani rappresenterebbe un punto di svolta per la storia recente del mondo sciita e per il cammino avviato esattamente due anni fa ad Abu Dhabi con la Dichiarazione sulla Fratellanza umana?
A Natale la «Guida della rivoluzione islamica in Iran» ha aperto un account Twitter ufficiale in italiano. Nel quale (finora) più che parlare di politica propone detti attribuiti a Gesù nella tradizione musulmana
Non c’è pace per i cristiani della Piana di Ninive: da Alqosh e da altri villaggi vicini arrivano notizie di violenti scontri tra l’esercito iracheno e i peshmerga curdi. Con i cristiani – tra due fuochi – costretti di nuovo alla fuga, anche dopo la sconfitta dell’Isis
A Najaf, la città irachena dove sono conservate le spoglie dell’imam Alì e dove ha sede la più alta autorità religiosa dei musulmani sciiti, sono stati ritrovati dei resti di un’antica chiesa cristiana. Dei reperti scomodi per gli integralisti, che rivelano un passato religioso dimenticato.
Lo scontro tra potenze politiche sciite e sunnite sta insanguinando ogni giorno di più il Medio Oriente. Con strumentalizzazioni sempre più evidenti di una frattura storica che non è più un problema solo dei musulmani. E se il cammino ecumenico dei cristiani avesse qualcosa da insegnare?