I servizi di musica in streaming come Spotify rimangono accessibili liberamente anche nei Paesi dove la censura colpisce stampa e tv. Ecco perché cinque giornalisti provenienti da altrettanti regimi anti democratici hanno messo in musica i loro articoli più scomodi e li hanno caricati online nella «Uncensored Playlist». «Almeno sulla radio clandestina – dicono in ritornello – non potete farci tacere»