Sono stati mesi di violenze, tensioni e rabbia in Bangladesh. E sono ancora adesso tempi di incertezza e instabilità, che richiedono un rinnovato nutrimento spirituale
In un Paese musulmano come il Bangladesh parlano soprattutto i gesti, i sorrisi e un modo diverso di prendersi cura. Di tutti. Soprattutto di quelli che nessuno vuole
Quando una ragazza cristiana fugge di casa perché innamorata di un giovane musulmano conosciuto sui social, non resta che accompagnare il profondo dolore dei genitori con un grande senso di impotenza
Una giovane donna maltrattata e sfruttata dalla suocera trova il coraggio di reagire e di sostenere la cognata di 14 anni, vittima anch’essa di soprusi e cattiverie
Si chiama “Terra verde”, ma di alberi non c’è neppure l’ombra. In quello che è il più grande slum di Khulna, in Bangladesh, c’è però un ambulatorio dove suor Roberta Pignone, missionaria dell’Immacolata e medico, prova a curare le malattie e a combattere contro il degrado
Gli ultimi mesi sono stati ricchi di visite di amici e colleghi: «Che bello poter condividere quello che facciamo per i nostri malati, e anche le nostre vite, senza paura di farci trovare piccoli»
Ha contratto il virus probabilmente alla nascita e sembrava condannato. Ma terapie e accoglienza gli hanno restituito un futuro: «Questa è resurrezione!», dice suor Roberta Pignone, missionaria e medico a Khulna in Bangladesh
Saimon è una giovane mamma che è rimasta incinta durante la terapia antitubercolare e ha deciso di tenere il figlio. Ma la malattia resta endemica in un Paese estremamente povero