Centinaia di migliaia di persone, praticamente la metà dell’intera popolazione di Timor Est. Una folla immensa proprio in uno dei Paesi più piccoli e remoti dell’Asia. Nella settimana puntata di “Frontiere di speranza”, Giorgio Bernardelli commenta le parole di Papa Francesco ai cattolici di Dili, chiamati a diffondere il “profumo” prezioso del Vangelo come la fragranza del sandalo che quest’isola produce
Paese a maggioranza cattolica, pienamente indipendente solo dal 2002, Timor Est è la terza tappa del viaggio apostolico di Papa Francesco in Asia e Oceania. Il Pontefice ha lodato «l’impegno per giungere a una piena riconciliazione con l’Indonesia», indicandolo al mondo come un esempio. Ma ha anche invitato i timoresi a «far diventare la fede cultura», per dare risposte a piaghe sociali come la povertà, la violenza delle bande di strada e gli abusi sui minori
Papa Francesco nel più giovane dei Paesi dell’Asia, indipendente da poco più di vent’anni e con alle spalle un conflitto sanguinosissimo. Nella sesta puntata di “Frontiere di speranza” Giorgio Bernardelli racconta il terzo Paese toccato da questo viaggio di papa Francesco. Una terra che non ha ancora sanato davvero le sue ferite. E dove la fede cattolica, che ha plasmato la sua identità, è chiamata oggi a farsi via di futuro. Ascolta qui il nostro podcast!
Con misure di prevenzione molto efficaci il più giovane Paese dell’Asia è riuscito ad avere solo 26 casi di contagio da Coronavirus, nessuno dei quali frutto di trasmissione locale. E questo nonostante gli oltre 155.000 casi registrati nella confinante Indonesia. Ma Timor Est è anche il Paese che nell’area ha investito di più in misure sociali per rendere sostenibile il lockdown
Nel Paese più giovane dell’Asia, secondo in Asia solo alle Filippine per percentuale di battezzati, è ancora una volta crisi politica con un governo che nonostante gli enormi problemi sociali non è riuscito a presentare un bilancio. La speranza è che la preparazione del possibile viaggio del Papa in autunno diventi uno stimolo all’unità
Sciolto il Parlamento e indette elezioni anticipate a Dili. Nonostante le necessità concrete della minuscola nazione in maggioranza cattolica e dalla forte impronta lusitana, le pressioni internazionali e gli appelli dei leader sociali e ecclesiali
Si sono svolte le prime elezioni parlamentari da quando, il 31 dicembre 2012, gli ultimi contingenti internazionali hanno lasciato il Paese dopo un decennio di tutela. Un punto di partenza, non di arrivo, perché il Paese ha bisogno di un rinnovamento e di prospettive.
Nelle elezioni presidenziali nel Paese nato solo quindici anni fa l’ex leader guerrigliero avrebbe raccolto il 60 per cento dei consensi. Davanti a lui la sfida di uno sviluppo che affranchi davvero Timor Est dai protettorati di fatto