Anche lontano dalla capitale, le minoranze si stanno unendo alle manifestazioni contro il golpe con le loro bandiere, i loro slogan, la varietà di idiomi e costumi. Shan, Karen, Kachin, Kayah, Wa hanno rispedito al mittente l’improbabile «offensiva del sorriso» del generale Min Aung Hlain scegliendo di stare dalla parte di Aung San Suu Kyi
Si moltiplicano le notizie di preti e suore espulsi e di giovani arruolati forzatamente nella campagna delle milizie locali (sostenute dalla Cina) per allentare la pressione militare governativa. E con l’allontanarsi della pace tra le minoranze anche lo sviluppo resta al palo