A Betlemme a imparare l’alfabeto di Dio
Il mistico musulmano Al-Suyuti, morto nel 1505, ci racconta: Si narra di Gesù figlio di Maria che, quando sua madre lo affidò alla scuola perché venisse istruito, il maestro gli disse: “Scrivi: – Nel nome (bism) di Dio – “. Gesù gli disse : “Che cosa vuol dire – nel nome – ? “ Il maestro rispose : “Non lo so”. Gesù disse: “La lettera ba significa splendore di Dio; sin la sua sublimità; mim, il suo regno” E continuò l’alfabeto dicendo alcuni nomi di Dio: misericordioso, clemente, onnisciente, verace, ecc.
E’ interessante osservare in questo scritto e in molti altri – vedi ad esempio il libro I detti islamici di Gesù, a cura di Sabino Chialà – il volto di Gesù come è ricordato da alcuni saggi musulmani. Qui prevale quello del profeta e del sapiente, il maestro sulla montagna. Un altro aspetto che appare in altri scritti è quello dell’asceta e del taumaturgo.
A volte anche nella conversazione semplice con gli amici musulmani, il nome di Isa ( Gesù ) e di Myriam ( Maria ) sono riportati con stima e affetto, segno che sono ancora vivi nella memoria e nel cuore.
E’ questo un punto di speranza verso una reciproca comprensione tra Cristianesimo e Islam. Gesù ci aiuterà a capirci. Perché è uno dei profeti dell’Islam che parla ancora, anche ai credenti dell’Islam.
Per noi cristiani, Gesù, il figlio unigenito di Dio, non ci ha solo parlato di Dio ma ce lo ha fatto vedere e sentire. Lui, Gesù, il misericordioso, il clemente, l’onnisciente, il verace. Non solo dice l’alfabeto di Dio ma è lui l’alfabeto del Padre, è in lui che capiamo Dio. La prima lettera e parola dell’alfabeto cristiano è Betlemme dove Gesù ha cominciato a salvare il mondo con la sola forza dell’amore.
Cari amici, quanto vorrei che tutti insieme, cristiani e non cristiani, riandassimo a Betlemme a guardare in faccia a quel bambino. Ci insegnerebbe ancora l’alfabeto di Dio.
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