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Bishwajit

9 dicembre 2012, ore di violenza durante l'”hartal“. Il giorno dopo i media mostrano in tutti i dettagli gli attimi terribili del linciaggio di un giovane che, inseguito da un gruppo di studenti del partito Awami League contrari all’hartal, viene selvaggiamente picchiato con bastoni, spranghe di ferro, accette. Sanguina profusamente, cerca rifugio in una casa, al primo piano, in un negozio. Lo raggiungono e colpiscono fino a che crolla mormorando in un soffio: “Fratelli, abbiate pietà, sono un indù…”. I passanti assistono terrorizzati, poi lo portano in ospedale dove muore. Si chiamava Bishwajit, 24 anni, era un sarto, indù, che tornava a casa ed era coinvolto nello sciopero come lo siamo io e voi che mi leggete. I media pubblicano le scene dell’omicidio. Due giorni dopo, per placare la richiesta di giustizia, vengono arrestati tre giovani a caso. Giornali e Tv mostrano che nessuno dei tre era presente al linciaggio. Il governo sostiene che gli assassini sono dell’opposizione, e i giornali ripubblicano le foto del linciaggio, mettono in evidenza i volti degli assassini e li mostrano in altre foto riprese durante marce e comizi dell’Awami League, sempre in prima fila con i pezzi grossi del partito. Si dice allora che Bishwajit era un fondamentalista, e la gente si domanda se siano impazziti: non esiste al mondo un musulmano con quel nome tipicamente indu; poi che non si sa chi l’abbia ucciso, e vengono ripubblicate le foto del linciaggio; poi che gli assassini hanno tutti parenti e amici nei partiti di opposizione e quindi sono infiltrati che hanno compiuto il pestaggio per screditare l’Awami League; infine, si sentenzia che comunque la colpa non è di chi ha ucciso, ma di chi ha organizzato lo sciopero sapendo che avrebbe generato violenza. L’ultima arma dei giornalisti per costringere il potere ad ammettere la sua colpa sono il ridicolo e l’ironia: fortunato Bishwajit che si chiamava così, se avesse avuto un nome diverso, anche solo lontanamente ipotizzabile come musulmano, avrebbero scoperto il suo nome scritto in lettere cubitali su una montagna di materiale sovversivo, bombe, piani di attentati… dotati di poteri taumaturgici i passanti che lo hanno portato in ospedale: tutti i segni dell’orrendo pestaggio sono scomparsi al momento dell’autopsia, e sono rimaste solo alcune escoriazioni, forse se gli avessero fatto un’iniezione di acqua calda sarebbe pure risorto…

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