Carrozzelle
La prima amara esperienza è stata con una scuola cattolica, spalleggiata dall’ostello cattolico e dal vescovo cattolico. Si tratta di ammettere ai corsi regolari una ragazza brillante negli studi ma invalida, che usa la carrozzella. E’ il momento in cui la scuola, passata dalla gestione PIME a quella di un altro Istituto, cerca di alzare il livello qualitativo (e quindi anche le rette) per diventare scuola di prestigio. La ragazza non viene iscritta, “per il suo bene”, perché le prese in giro dei compagni la metterebbero a disagio e perché dovrebbe farsi aiutare per salire al primo piano. Seguono altre scuole, private e statali, tutte molto preoccupate del bene della ragazza. Poi finalmente una scuola la accoglie. E’ un muro che si sfonda; altri “diversamente abili” vengono accolti in altre scuole e tutto fila più che bene. Ora che la ragazza sta per terminare i corsi e lasciare la scuola, la presidenza si rammarica, e chiede di mandare qualche altro nelle sue condizioni, perché migliora la qualità dei rapporti e l’educazione.
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