Dote
Ogni anno si svolge a nord di Dhaka una tre giorni di preghiera – Bishwa Ijtema – che dicono sia, per il numero di partecipanti, il secondo pellegrinaggio islamico, dopo quello della Mecca. Quest’anno al terzo giorno (1° febbraio) ha raccolto dai due ai tre milioni di persone, quasi esclusivamente maschi. Colpiscono la povertà dei mezzi sia per viaggiare sia per alloggiare, mangiare, ecc., l’ordine, il fervore. E’ organizzato dal movimento di spiritualità Tablig – traducibile con “predicazione, annuncio” – non politico, pacifico, che intende risvegliare lo spirito religioso dell’Islam, il suo impegno missionario, la riforma dei costumi, anche attraverso gesti educativi e simbolici. Quest’anno, in una cerimonia comune, 115 coppie si sono unite in matrimonio, rinunciando al tradizionale, soffocante e ingiusto sistema della dote praticato nel subcontinente indiano.
Impressionante il fiume umano con cui, in poche ore, tutti lasciano la località dopo la conclusione dell’ultima preghiera – Akheri Munajat – per la pace e il benessere nel mondo. Ottanta i borsaioli arrestati nei primi due giorni.
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