Skip to main content

Eliminarli?

Eliminarli? Il Bengalese della classe media li usa  più volte al giorno finché riesce a comprarsi una moto, o addirittura un’auto. Allora scrive sui giornali che rallentano il traffico, lo bloccano, sono indisciplinati e pericolosi, che bisogna vietarli nelle strade principali o meglio ancora vietarli del tutto – per eliminare una realtà di cui il Bangladesh si vergogna. E quando, in strada, il suo mezzo viene strisciato da uno di loro, non importa di chi sia la colpa, lui scende e prende a schiaffi il conducente. Riksciò (si scrive così?): è il nome di un triciclo a pedali, con sedile appoggiato sulle due ruote posteriori, e copertura a soffietto che ripara i passeggeri dalla pioggia, e le donne dagli sguardi indiscreti – se hanno voglia di sollevarlo. E’ normale batterci la testa contro ad ogni asperità della strada. Ci sono milioni di  riksciò a Dhaka, alcuni con regolare licenza, molti di più senza. Piove e le strade sono allagate? I riksciò tirano avanti pedalando alla cieca anche con 50-60 centimetri d’acqua melmosa. Sciopero generale con blocco di ogni attività? Solo i riksciò tengono collegate le varie parti della città. Trasportano studenti, tondini in ferro, professionisti, massaie, masserizie, carcasse di animali macellati, sacchi di cemento, legname, capre, frigoriferi, sani, feriti e malati, e qualche volta pure defunti. Rikscioala: è il nome dell’uomo che pedala, trasportando passeggeri e merci in cambio di una somma che si fissa di comune accordo prima di partire. Di solito affitta il triciclo, e una buona fetta di quello che ricava deve darla al proprietario. Il rikscioala aiuta a caricare e scaricare, scende e tira a piedi quando s’impantana o l’acqua è troppo alta, fa da guida nei quartieri sconosciuti. Si prende cura dei bambini che vanno a scuola o tornano a casa su rikscio’ adattati allo scopo, chiusi come gabbie per polli, con la scritta pomposa: Schoolbus. Vanno su strade impossibili, i salti improvvisi nelle buche sconquassano la schiena del passeggero, ma loro non si sfasciano; al massimo cade la lunga catena, ma si fa presto a tirarla su di nuovo. Non sono un modello di disciplina… S’infilano dappertutto, svoltano all’improvviso, vanno contro mano, s’incastrano uno nell’altro in lunghe file multiple che sigillano completamente le strade, tanto che neppure i pedoni riescono a passare; parcheggiano in attesa di clienti nei punti dove intralciano meglio… Ma chi rende il traffico pericoloso, inquinato, rumoroso? Non certo i tricicli, che si comportano esattamente come le moto, le auto, le bici, i camion, gli autobus; ma con maggiore agilità ed efficacia, senza chiasso, e senza mettere a rischio la vita altrui. I vigili urbani agitano stancamente una paletta cercando di farsi notare, ma nessuno li guarda finché non decidono che… quest’oggi gliela faccio vedere io. Allora all’autista che parcheggia in quarta fila chiede gentilmente di spostarsi appena può, al rikscioala che intralcia assesta una buona dose di bastonate. Le punizioni sono originali: sgonfiamento delle gomme, buttando via i cappucci delle valvole; perforazione degli pneumatici con un punteruolo che – come il bastone – fa parte degli strumenti del mestiere del vigile; sequestro del sedile; trenta o cinquanta flessioni inflitte al rikscioala, che deve eseguirle subito, in strada, tenendosi le orecchie con le mani in segno di vergogna… I rikscioala contribuiscono a completare il magro bilancio dei vigili, che estorcono facilmente piccole somme per lasciarli passare dove sarebbe proibito; mentre a un autista chi ha il coraggio di chiedere qualcosa? C’è solo da augurarsi che faccia un incidente e venga fermato dalla folla inferocita, allora gli si chiedono 500 taka per lasciarlo scappare… Una bella sommetta, ma… succede raramente: di solito scappa senza dover dare la mancia al povero vigile. La notte s’infilano ovunque, fantasmi a tre ruote senza luci per vedere ed essere visti. Quando finalmente vanno a riposare, i rikscioala tengono ancora vivi molti angoli della città: non possono permettersi una casa in affitto, dormono con le famiglie, o in gruppetti, sotto teli di plastica lungo i marciapiedi, o su spiazzi liberi. Le luci dei fuocherelli su cui cucinano il riso hanno un che di surreale, accanto a palazzi e a fianco dello scorrere rombante dei camion che, tenuti fuori da Dhaka per tutta la giornata, di notte hanno il permesso di entrare e scorazzano ovunque, fragorosi.

Articoli correlati

Groviglio

Icona decorativa31 Gennaio 2016
Icona decorativaFranco Cagnasso
Nella scheggia “Storia”, del 22 dicembre scorso, dicevo che l’impiccagione di due criminali della g…

Sollievo

Icona decorativa24 Gennaio 2016
Icona decorativaFranco Cagnasso
Dopo vari attentati,e minacce a pastori e preti, tensione e preoccupazione sono evidenti, specie fra i cristiani, in …

Bilancio

Icona decorativa19 Gennaio 2016
Icona decorativaFranco Cagnasso
Ovviamente, anche per il 2015, attivi e passivi nel bilancio del Bangladesh. Attivi L’economia, con il tasso di…