Fausto
M’invade una tristezza pesante quando, durante una telefonata da Roma, vengo a sapere quasi per caso che P. Fausto Tentorio è stato ucciso. Ripenso al suo sorriso simpatico, buono, ai suoi scherzi, alla sua semplicità di vita e stile e alla fermezza con cui amava i Manobo, il popolo cui aveva scelto di dedicarsi, nella parte centrale di Mindanao (Filippine). Penso che ancora una volta la comunità del PIME è stata colpita in una persona che faceva sul serio, penso allo sgomento dei Manobo e alla paura che questo assassinio diffonde. Mi sento come soffocare dall’onda putrida di corruzione, violenza, insensatezza, odio, disumanità che travolge sempre tutto.
Poi, lentamente, si fa strada un timido “grazie”. Grazie a Fausto, perché ha scelto proprio di nuotare in quest’onda conservando, anzi rendendo sempre più determinato e puro il suo cuore buono, la sua voglia di giustizia, la sua fede umile e senza pietismi, concreta. Grazie a Dio che ci manda di questi uomini, molti di più di quello che appare. Grazie alla Chiesa che, con tutte le sue contraddizioni, rimane madre di queste persone che percorrono la strada di Gesù.
Non hanno tolto la vita a Fausto, l’aveva già donata lui stesso. Questo pensiero mi apre alla gioia, la gioia liberante di sapere che si può davvero vivere e morire in un altro modo, non da schiavi ubriachi ma da uomini liberi, non disperatamente attaccati ai miseri brandelli che abbiamo, ma aperti ad un Incontro di luce.
Articoli correlati
Groviglio
Nella scheggia “Storia”, del 22 dicembre scorso, dicevo che l’impiccagione di due criminali della g…
Sollievo
Dopo vari attentati,e minacce a pastori e preti, tensione e preoccupazione sono evidenti, specie fra i cristiani, in …
Bilancio
Ovviamente, anche per il 2015, attivi e passivi nel bilancio del Bangladesh. Attivi L’economia, con il tasso di…