Il nuovo lavoro dell’autore belga David Van Reybrouck racconta la lotta per l’indipendenza del paese asiatico e i suoi effetti a livello globale
È l’arcipelago più esteso della Terra, formato da oltre 13.400 isole. Il quarto Paese più popoloso dopo India, Cina e Stati Uniti, e che tra i suoi 275 milioni di abitanti ospita la più grande comunità musulmana al mondo. Fu il primo Stato a dichiarare l’indipendenza nel secondo dopoguerra due giorni dopo la capitolazione giapponese, ispirando i movimenti anti-coloniali in Asia, Africa e mondo arabo. Stiamo parlando dell’Indonesia, la nazione del Sud-est asiatico a cui è dedicato l’ultimo libro dello scrittore belga David Van Reybrouck, noto per il monumentale reportage “Congo”, in cui narra quasi a mo’ di romanzo la storia coloniale e postcoloniale dello Stato centrafricano.
In “Revolusi: l’Indonesia e la nascita del mondo moderno” (Feltrinelli, pp. 624, euro 25), l’autore fiammingo, dopo un’indagine durata quasi sei anni, torna a raccontare la storia di un altro grande Paese attraverso le testimonianze di coloro che hanno partecipato alla lotta per la libertà a partire dagli Anni 40. Il lettore si trova così a viaggiare tra case di riposo indonesiane, metropoli giapponesi e atolli sperduti tra gli Oceani Indiano e Pacifico rileggendo il passato di una nazione che, seppur poco citata nei fatti di cronaca internazionale, ha in realtà dato un grande contributo alla creazione del mondo contemporaneo, proponendosi come leader del Sud globale.
David Van Reybrouck mostra così come la lotta per l’indipendenza indonesiana non sia stata solo un conflitto tra i Paesi Bassi e la loro colonia delle Indie orientali olandesi, ma narra una versione nuova per dimostrare che l’Indonesia è stata ed è ancora un punto d’unione tra Oriente e Occidente.
Partendo dalle tracce della prima colonizzazione olandese nel Seicento, con la creazione dei banchi di commercio nelle strategiche Isole Molucche per la compravendita di spezie asiatiche, attraversiamo i secoli del dominio straniero fino alla Seconda guerra mondiale. Sarà il leader Sukarno a guidare il movimento indipendentista realizzando quello che le precedenti rivoluzioni (islamica, comunista e nazionalista) non erano riuscite a fare: liberarsi dal giogo occidentale e assurgere al ruolo di potenza asiatica.
Nel 1955 si terrà a Bandung la prima Conferenza Asia-Africa dei “Paesi non allineati”, il primo vertice internazionale senza l’Occidente, dal quale scaturirono i processi di indipendenza di tutti gli altri continenti. L’Indonesia è stata quindi la prima tessera del domino a cadere, secondo l’autore, per poi negli ultimi decenni diventare la prima economia del Sud-est asiatico e una delle prime venti potenze globali grazie alle esportazioni di olio di palma, gomma e stagno.