Il Centro missionario Pime di Milano si è trovato in queste ore a dover affrontare un momento di tensione con alcune centinaia di cittadini della Guinea Bissau presso il suo ingresso di via Mosè Bianchi. Una vicenda spiacevole originata da una situazione sfuggita di mano a chi doveva gestirla e che i missionari del Pime tengono a chiarire nella reale dinamica dei fatti accaduti
La Guinea Bissau – piccolo Paese africano dalla storia recente travagliata, dove i missionari del Pime operano dal 1947, prima ancora della sua indipendenza – non ha una propria ambasciata in Italia. Per questo motivo le pratiche amministrative per i cittadini del Paese vengono svolte a Milano da un console onorario. In nome dell’amicizia con la Guinea Bissau il Pime in alcune giornate ospita gratuitamente presso la propria sede di Milano questo console onorario per facilitare il disbrigo delle normali pratiche per cui un cittadino che vive all’estero solitamente si rivolge alla propria rappresentanza diplomatica. E fino ad oggi si è sempre trattato di una presenza discreta, che non aveva mai creato alcun problema.
Nei giorni scorsi il console onorario ha pubblicato sulla sua pagina Facebook un post in cui avvisava che da sabato 11 a lunedì 13 luglio sarebbe stata presente a Milano una rappresentanza dell’ambasciata della Guinea Bissau a Lisbona con il dispositivo necessario per l’emissione dei passaporti. Questa notizia ha portato centinaia di guineani a riversarsi a Milano da tutta Italia. E si è trattato di un afflusso che il console onorario e il personale dell’ambasciata di Lisbona non si sono rivelati in grado di gestire. Questo ha creato seri disagi ai cittadini guineani, oltre che un assembramento in via Mosè Bianchi nelle giornate di domenica e lunedì.
Il Pime ha cercato di fare fronte a questa situazione venutasi a creare; per evitare di lasciare queste persone su una strada nella notte di domenica ha aperto loro i cancelli del proprio cortile. Va anche sottolineato che i cittadini guineani – che sono le vere vittime del disagio – hanno sempre tenuto in queste giornate un comportamento rispettoso. Nella giornata di lunedì, però, di fronte all’evidenza dell’impossibilità di esaminare tutte le pratiche, l’esasperazione è cresciuta. Dopo aver provato inutilmente una mediazione e temendo per l’incolumità personale del console onorario e del personale diplomatico, il Pime ha chiesto l’intervento delle Forze dell’ordine. Con l’arrivo dei Carabinieri e il successivo coinvolgimento della Prefettura nella tarda serata la situazione di tensione si è calmata. Questa mattina restava in via Mosé Bianchi solo un presidio di un gruppo di guineani che attendono di ottenere dall’ambasciata risposte su quando e come potranno ottenere i loro passaporti.
Il Pime si rammarica per quanto accaduto. Rinnovando la sua vicinanza alla gente della Guinea Bissau sollecita per il futuro dal personale diplomatico del Paese procedure più attente alla dignità dei propri cittadini. Da parte sua il Pime – in questa come in qualsiasi altra situazione – andrà avanti ad agire con modalità che coniughino tra loro l’incontro tra i popoli e il rispetto per le persone, i luoghi e le situazioni.