Incontrare l’anima musulmana
Abd-el-Jalil era un musulmano del Marocco. Si convertì al cristianesimo e si fece frate francescano. Morì nel 1979. Alla sua conversione, suo padre celebrò una cerimonia funebre. Divenne professore universitario e insegnò lingua, letteratura araba e islamologia all’Istituto Cattolico di Parigi. Conservò un vivo rispetto per la religione che aveva vissuto e scrisse numerose opere sugli aspetti interiori dell’islam. Diceva: «Non dobbiamo permetterci noi cristiani di dare giudizi approssimativi sui musulmani. Il Corano insegna ai musulmani che i cristiani sono dolci umili misericordiosi e orientati verso la ricerca della perfezione. Dovremmo essere esigenti con noi stessi in favore degli altri credenti, particolarmente in favore dei musulmani che attendono da noi mansuetudine, umiltà, misericordia e ricerca di perfezione».
All’epoca del Concilio era molto impegnato in conferenze sull’islam e partecipò alla Settimana di missiologia di Lovanio nel 1964 con una conferenza dal tema “All’incontro dell’anima musulmana”.
Abd-el-Jalil diceva: «Avvicinarsi all’islam richiede tatto e delicatezza. Come fece Gesù verso l’umanità. E un cammino completo. Molti cattolici hanno la preoccupazione di difendere la verità cattolica. Piuttosto di vedere un pericolo nell’islam, Massignon (padrino di Battesimo) affermava che si deve vedere uno stimolo, un pungolo, sul fianco della Chiesa perché manifesti la carità».
Dalla rivista Oasis, N. 7
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