Nello Stato la situazione è peggiorata sotto la pressione dell’induismo estremista: da inizio anno 59 episodi di violenza. A rischio anche le altre minoranze
Da sempre crogiolo di tensioni, anche quelle inter-comunitarie ricorrenti che coinvolgono anzitutto indù e musulmani con un gran numero di vittime, lo Stato settentrionale indiano di Uttar Pradesh da qualche tempo registra un record di episodi persecutori contro la minoranza cristiana.
In quello che è il più popoloso tra i 36 Stati e Territori che suddividono l’Unione Indiana, vivono 210 milioni di individui, al 76 per cento di religione indù. La situazione dei 380mila battezzati è andata peggiorando in tempi recenti sotto la pressione dell’induismo estremista, che dal marzo 2017 ha ricevuto slancio dall’avvio dell’esperienza a capo del governo locale di Yogi Adityanath, un guru (maestro spirituale) esponente del Bharatiya Janata Party che, oltre a detenere il controllo di diverse aree del Paese, ne guida anche il governo nazionale.
Come riportato da Asia News, lo studio di Violence Monitor, mensile che monitora gli incidenti contro le minoranze in India, segnala che a settembre vi sono stati 25 casi d’intolleranza religiosa verso i cristiani (contro 35 a livello nazionale), di cui 20 a Jaunpur, località non distante dalla città sacra di Varanasi e collegio elettorale del primo ministro indiano Narendra Modi. Nell’analisi è sottolineata l’atipicità della situazione di Jaunpur, dove i cristiani sono poche centinaia su 180mila abitanti. “Lo studio riporta che nella maggior parte dei casi nel mirino dei nazionalisti indù vi sono pastori cristiani accusati con false prove di conversioni forzate” rileva Asia News, che vengono minacciati e a volte malmenati.
Se i dati dovessero essere confermati nei prossimi mesi, ci si troverebbe davanti a una escalation, probabilmente a una strategia, dato che dall’inizio dell’anno sono stati 59 gli episodi di violenza anticristiana in Uttar Pradesh sui 190 registrati in tutta l’India, che hanno coinvolto anche 135 donne e 115 bambini.
Non contano solo i dati numerici, ma va sottolineata anche la diffusione degli atti ostili contro i battezzati, che in ottobre ha riguardato 32 dei 75 distretti dello Stato. Come ricorda l’attivista impegnato nella difesa dei diritti delle minoranze Dinanath Jaiswar, “la frequenza e l’intensità degli episodi ci ha presi di sorpresa. Ci sono stati giorni in cui due-tre casi sono stati riportati da diverse aree e noi siamo in difficoltà a garantire il sostegno ai cristiani sotto attacco. In diverse occasione abbiamo dovuto dividere la nostra squadra o chiamare altri perché non eravamo in grado di essere a fianco di quanti venivano presi di mira e trattare il loro rilascio dalle autorità”. I pastori, soprattutto, sono infatti sovente consegnati alla polizia con un pretesto, se non arrestati dagli stessi poliziotti, a volte per un infondato sospetto di conversione forzata, una delle armi della propaganda induista.
Una conferma della volatilità e della gravità della situazione è arrivata dal rev. Vijayesh Lal, segretario generale dell’Evangelical Fellowship of India e direttore nazionale della Commissione per la libertà religiosa della stessa organizzazione: “Atti di violenza e di odio con obiettivo i cristiani sono arrivati a un livello mai visto in Uttar Pradesh. Se lo scorso anno abbiamo documentato complessivamente 50 casi, quest’anno sono già stati 64 entro il mese di ottobre”. Una preoccupazione a cui si è associato A.C. Michaels, coordinatore per gli Affari delle minoranza della All India Catholic Union: “È un fatto che i cristiani che vivono nello Stato con la maggiore popolazione dell’India affrontano ora crescenti minacce nel vivere la loro fede”.