Cuochi e cuoche africani insieme a giovani migranti e richiedenti asilo presenti nei centri di accoglienza di Milano per un’iniziativa di “cucina solidale” nel segno dell’accoglienza e della creazione di nuove professionalità. Un progetto che sabato alle 18,30 si racconterà e si farà assaggiare al Pime di Milano con un «aperitivo solidale»
Quando la cucina è buona in tutti i sensi: ottimi prodotti, grandi chef e speciali apprendisti. Il progetto Kamba – nato da uno dei tanti solchi di Expo Milano2015 che hanno dato frutto – oggi è un’iniziativa di “cucina solidale” nel segno dell’accoglienza e della creazione di nuove professionalità di alto livello. Ed è una delle esperienze che sabato 20 maggio alle 18,30 sarà possibile incontrare a Tuttaunaltrafesta, la fiera del commercio equo e solidale in programma da venerdì a domenica al Centro missionario Pime di Milano (via Mosé Bianchi 94).
L’idea è nata a ExpoMilano2015, dalla collaborazione tra un giovane affermato cuoco angolano, Luis Miguel – meglio conosciuto come chef Kitaba – e dall’allora responsabile degli eventi culturali dei cluster, Emanuela Vita, sociologa aperta al mondo e attenta al fenomeno delle migrazioni in Italia. «L’idea era quella di realizzare iniziative di ristorazione di alta cucina africana, coinvolgendo professionisti affermati come chef Kitaba – e il suo assistente Jose Duarte – e una “squadra” di richiedenti asilo», spiega Emanuela Vita. Si è partiti con un primo gruppo di 21 profughi, ragazzi e ragazze, tra i 18 e i 25 anni, in gran parte africani. Ma quell’esperienza è cresciuta e sta proseguendo anche oltre l’evento di Expo 2015, come raccontiamo in questo articolo pubblicato sul numero di questo mese di Mondo e Missione.
Così sabato al Pime i ragazzi di Kamba proporranno la loro cucina ma anche le loro storie in un «aperitivo solidale» aperto a tutti. Un modo diverso per partire dalle storie per conoscere – al di là dei luoghi comuni – il mondo delle migrazioni.