Cinquant’anni della parrocchia, trenta di presenza Pime, 250 cresime a giovani di 34 villaggi… Ci sono tante buone ragioni per festeggiare nella missione di La Concordia in Messico
In questo mese di luglio, nella missione de La Concordia si sono festeggiati alcuni eventi importanti: il primo sono state le “nozze d’oro” della parrocchia, che ha compiuto cinquant’anni. Il secondo è stato il trentesimo anniversario della presenza dei missionari del Pime in Messico. Il terzo, il conferimento del sacramento della cresima a 250 giovani provenienti da 34 villaggi.
In realtà, c’era già stata una presenza precedente dei missionari del Pime (allora Pontificio Seminario dei Santi Apostoli Pietro e Paolo per le missioni estere di Roma) in Bassa California tra il 1895 e il 1919, poi chiusa a causa della rivoluzione messicana (1910-1920) che ha portato alla promulgazione della costituzione politica degli Stati Uniti Messicani.
Le celebrazioni eucaristiche avrebbero dovuto essere presiedute dal vescovo di Acapulco, Mons. Leopoldo González González, però a causa di problemi di salute non ha potuto raggiungere la missione.
Al suo posto la Messa per il 50° e 30° anniversario è stata celebrata da padre Ferdinand Kouadio arrivato dall’Italia due giorni prima, di ritorno nella missione di La Concordia dopo quasi quattro anni in Italia, dove è stato rettore della casa di Treviso.
Queste le sue parole dell’omelia: «Oggi celebriamo il giubileo d’oro della parrocchia di Nostra Signora del Carmen. Cinquant’anni fa, è stata fondata la missione mizteca della santa croce. Sono cinquant’anni che la Madonna accompagna il popolo della Concordia. Durante questi anni la Madonna ha insegnato al Popolo mizteco la strada per arrivare a Gesù. Ciò che stiamo celebrando è il dono della missione. Maria è la prima missionaria. Ha ricevuto la buona novella e si è messa in cammino per annunciare alla cugina Elisabetta. La missione è proprio questo: andare verso l’altro per condividere ciò che il Signore ha fatto per noi. È ciò che hanno fatto i missionari del Pime quando trent’anni fa hanno lasciato l’Italia per venire in Messico ad annunciare le meraviglie del Signore. Bisogna imitare Maria, essere missionari, ciascuno a modo suo: alzarsi e andare verso l’altro, rompere le barriere. C’è un membro della tua famiglia che non visiti più da anni? Ci sono persone a cui non rivolgi la parola da tempo? Chiediamo a Maria di aiutare ciascuno di noi a vivere il vangelo, ad essere missionari annunciatori della buona novella, a essere seminatore di concordia (non di discordia)».
Assieme a padre Ferdinand, hanno concelebrato il superiore generale del Pime, Ferruccio Brambillasca e padre Xavier Lourdh, membro del consiglio, venuti dall’Italia per l’occasione, e noi tre missionari già presenti: Domingos Tchuda, attuale parroco, Paulo de Amorim, vicario e il sottoscritto, pure vicario.
I fedeli presenti erano diverse centinaia, perché oltre a quella de La Concordia (villaggio di circa mille abitanti), erano presenti quelli delle 34 comunità appartenenti alla parrocchia, a cui avevamo chiesto di partecipare con circa dieci rappresentanti per ogni comunità.
La Messa non si è svolta nella chiesa perché non c’era abbastanza spazio, ma si è svolta nel campo sportivo presente nel villaggio e che viene utilizzato per cerimonie, feste, incontri, assemblee, ecc…
È stato molto bello perché hanno potuto partecipare in tanti, forse anche quelli che non sono abituati a entrare in chiesa. Alcuni seguivano la Messa dalle loro case, dai loro “negozi”, dalle strade e da lontano.
Dopo la celebrazione le famiglie del villaggio hanno cucinato e offerto il pranzo a tutti. Si è mangiato tutti insieme in un clima di convivialità. Hanno animato il pomeriggio la banda musicale e il gruppo di ballo locale.
Le Messe per il conferimento delle cresime sono state invece presiedute dai padri Domingos e Paulo. Ne sono state celebrate due per dividere il grosso gruppo di cresimandi. Nelle loro omelie, i due missionari hanno insistito molto sul fatto che, con questo sacramento, si diventa annunciatori del Vangelo, si riceve il mandato missionario di annunciare la Buona Notizia. Molte volte il rischio (come anche in Italia) è quello che dopo la cresima i giovani spariscono fino al giorno del matrimonio, o peggio del funerale.
Nell’insieme sono state celebrazioni semplici, in stile con l’ambiente, ma molto partecipate e sentite.