Lo Spirito ritmerà la fraternità
In un inno allo Spirito Santo leggo: «Lo Spirito ritmerà la fraternità».
Quando trovo la parola ritmo non posso dimenticare quello che ho vissuto in Camerun durante le feste. Al centro c’era sempre il tamburo e questo per ore e ore. Varie volte, anche durante le liturgie, vidi qualcuno togliere bruscamente il tamburo al battitore perché non sapeva dare il giusto ritmo. C’è anche un proverbio che dice: «Non si affida il tamburo a uno stolto!». Infatti il ritmo è l’anima della festa. Se il ritmo non è perfetto, tutti sono infastiditi e insoddisfatti.
Puoi vedere mille e più persone muoversi tutti insieme. Da lontano, anche a dieci chilometri di distanza, puoi sentire il ritmo sordo profondo: lì c’è una festa!
La frase «Lo Spirito ritmerà la fraternità” mi ricorda l’ultimo testo che ci ha lasciato padre Denis Pillet, un Padre Bianco, prima di ritornare in Francia, dopo 64 anni di vita in Algeria.
Quando Papa Giovanni Paolo II disse: «Ogni preghiera autentica appartiene allo Spirito Santo che è nel cuore di ogni uomo. E per trovare la pace è necessaria la preghiera di tutti». padre Denis dice che siamo in piena situazione evangelica e si augura che chi resta in Algeria abbia il coraggio di inventare la sua strada nella fedeltà ecclesiale allo Spirito che soffia dove vuole. Dove c’è vera preghiera, lo Spirito agisce, forma i cuori all’incontro con Dio e col fratello.
L’avventura dell’incontro con l’altro di ogni cultura o religione non è solo un’avventura umana. Il primo a crederci e a impegnarsi è lo Spirito Santo.
Spirito di Dio tu sei il vento… ai tempi nuovi sei dato sospiro di un mondo che spera, ovunque presente come una danza, esplosione della tua libertà.
Ogni uomo è una storia sacra, l’uomo è immagine di Dio. Inventa ancora agli uomini i cammini del loro esodo.