Messaggio
Naomi è una volontaria giapponese, in Bangladesh dal 1997. Attualmente è la responsabile della Comunità dell’Arche, che a Mymensingh ha una comunità
divisa in tre gruppetti di “diversamente abili” mentali, e volontari che vivono con loro. Poiché parecchi di questi volontari provengono dai gruppi aborigeni
della zona di Dinajpur, l’Arche sta pensando di aprire una nuova comunità qui, e Naomi è venuta a trovarmi per sondare il terreno, alla ricerca di contatti per
un primo approccio.
In una giornata molto calda, davanti ad una tazza di tè, con una lunga, tranquilla chiacchierata nel suo bengalese dall’accento insolito ma molto corretto,
mi ha comunicato la passione della sua vita. E mi ha pure offerto un’immagine che la esprime e riassume: quattro anni di tentativi e poi una gioia immensa,
quando uno dei loro “diversamente abili”, per la prima volta, è riuscito a bere un bicchier d’acqua – da solo!
“Questi amici nostri – mi spiegava – vanno all’essenziale; a parole e con i fatti ti chiedono in fondo una sola cosa: di voler loro bene. E te ne vogliono tanto.
Chi li guarda da lontano dice: “poverini”, ma sono i miei maestri, perché anch’io – come loro – di che cosa ho bisogno se non di essere amata e di amare?
Voler bene, nel modo più semplice e immediato, ecco ciò che noi scopriamo e continuamente cerchiamo e viviamo. Non abbiamo programmi e progetti che
cambino la società: si può forse fare un progetto che preveda quattro anni per imparare a bere da sé? Proponiamo, silenziosamente e umilmente, di
guardare la realtà con questi occhi e con questo cuore, capace di non considerare tempo perso la dedizione a tempo pieno anche ad una sola persona”.
Sì, questa di Naomi è davvero una proposta ”alternativa”, e lo è anche perché si trova alla portata di tutti. Guardare l’altro con occhi nuovi, di affetto. Con
umile e paziente tenacia.
Ce lo dice il Vangelo di Giovanni, che leggiamo nel periodo liturgico fra Pasqua e Pentecoste, proponendo alla nostra attenzione la chiacchierata finale in cui
Gesù ai suoi amici offre, chiede, propone amore.
Ora che gli anni aumentano e l’attività inevitabilmente deve calare, trovo il “messaggio” di Naomi di straordinaria verità. Fra non molto potrò soltanto offrire
un bicchiere d’acqua e nient’altro. Forse neppure potrò offrirlo, ma solo riceverlo; ma anche allora sarà possibile uno sguardo di riconoscenza, che accolga e
offra il volersi bene.
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