Riciclato
Il Bangladesh è noto per i suoi cantieri di demolizione di vecchie navi. Le trascinano a riva su spiagge inquinatissime e con mezzi primitivi, come formiche all’attacco di un elefante, centinaia di operai si arrampicano e smontano ogni pezzo, recuperando sestanti e bussole, caldaie gigantesche, mobilio, enormi motori, lastroni di acciaio, attrezzature di cucina, campane, scialuppe, tutto. Ma l’arte del recupero si esercita ovunque e in ogni campo, non solo sulle navi. Un martello e un cacciavite ridanno vita a meccanismi da tempo defunti, rimettono in moto autobus e camion stravecchi. Carta, plastica di ogni tipo, bottiglie di ogni materiale, rasoi usa e getta, ossa, metalli, televisori decrepiti… nulla è tanto malconcio da non poter essere ancora usato.
I missionari del PIME hanno imparato quest’arte. Hanno preso un ex superiore generale da dieci anni fuori servizio, gli hanno dato una spolverata, una pacca sulla spalla, qualche buon consiglio e la maggioranza dei voti, e ne hanno ricavato un superiore regionale pronto a svolgere il servizio per quattro anni.
E’ quello che mi è successo il 25 ottobre scorso, durante la nostra assemblea a Dinajpur. I capi di Roma hanno dato conferma, e io entro in carica il prossimo 15 novembre. Devo lasciare l’insegnamento in seminario, e la parrocchia – anche il centro “Gesù Lavoratore” in cui mi stavo inserendo con entusiasmo – e trasferirmi a Dinajpur (nel nord). Il lavoro del superiore regionale in Bangladesh non essendo a tempo pieno, lascia spazio per vari altri impegni che mi chiederanno di viaggiare spesso su e giù per il Paese.