Telefonata
Telefona Mong Yeo. Sullo sfondo, le voci dei ragazzi che giocano. Saluti… “Che notizie?” “Niente di speciale, tutto bene, ma c’è Phru che ti vuol parlare…”. Phru frequenta – se non sbaglio – la quinta elementare, e ricordo il suo faccino simpatico, con due grandi occhi tondi e i capelli a caschetto, in una sua foto dove, piccola piccola, trasporta con fierezza una specie di materasso che quasi la sommerge. Mi saluta contenta, mi chiede come sto, quando vado a trovarli… chiedo notizie e risponde con sicurezza, poi conclude: “Guarda che ti ricordiamo tutti i giorni, però anche tu ricordati di noi.” Forse voleva solo farmi sapere che ormai è grande, e quindi è capace di telefonare. Ripenso ai primi tempi, quando ci siamo conosciuti e i bimbi mi guardavano timidissimi, smarriti, affogati nei loro vestitini malconci, incerti sull’identità di questo straniero che parlava in bengalese a loro, che capivano solo la lingua marma. Phru non c’era all’inizio, è arrivata dopo qualche anno, anche lei impacciatissima. Sentirla ora che mi dice, spigliata e fiera: “Volevo proprio parlarti”, è stato come bere un sorso di acqua freschissima, o come ricevere un fiore appena sbocciato.
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