Partiranno domani 7 giugno Marta e Kumar Galbiati con la piccola Letizia di poco più di un anno. Destinazione: Pucallpa (Perù), per un’esperienza come famiglia fidei donum della diocesi di Milano. Ma prima sono passati anche dal Pime… Ecco cosa ci hanno raccontato
«Partirono senza indugio»… ma non siamo noi! O meglio: se questa frase, tratta dal brano dei discepoli di Emmaus, poteva descrivere il nostro primo viaggio come missionari laici in Zambia, vissuto separatamente quasi dieci anni fa, meno si addice a questa nostra seconda e prossima partenza come famiglia verso Pucallpa, in Perù, come fidei donum per la Diocesi di Milano. Questa esperienza nasce da alcune parole chiave che hanno segnato i nostri vissuti.
Missione. Il nostro legame con le terre di missione è iniziato molti anni fa. Lo Zambia è stata la destinazione per entrambi, anche se in zone diverse. Entrambi abbiamo iniziato grazie al Servizio Civile e proseguito come missionari laici per un totale di due anni. È stato grazie a quell’esperienza che ci siamo conosciuti e, successivamente, fidanzati e sposati. Ognuno partiva con le proprie motivazioni: la curiosità di conoscere una nuova cultura e i vissuti di giovani che abitano un contesto così diverso dal nostro; il desiderio di porsi a servizio; la voglia di mettersi alla prova e di capire noi stessi. È stata un’esperienza fondamentale per le nostre vite, una di quelle che fanno da spartiacque. C’è un prima e un dopo lo Zambia.
Incontro. La nostra prima esperienza da fidei donum ci ha permesso di incontrarci, conoscerci e scoprire che per entrambi la missione ha rappresentato una svolta nel nostro modo di guardare alla vita. Una volta a casa, questo ha avuto ripercussioni sulle nostre scelte. Desideravamo che incontrare le persone fosse parte integrante anche delle nostre professioni. In questi anni abbiamo lavorato sia in progetti sociali, dai richiedenti asilo politico al disagio giovanile dei quartieri milanesi, sia nel contesto scolastico, come insegnanti di sostegno o come educatori dell’Ufficio Educazione Mondialità del Pime. L’esperienza lavorativa al Pime è stata quella che più ci ha permesso di tener vivo il più profondo dei desideri: incontrare ragazzi e giovani per raccontare la missione, il dialogo tra popoli e la bellezza del mondo. In questi anni abbiamo frequentato anche gli incontri del percorso biblico missionario del Pime; questo, e le persone grazie ad esso incontrate, hanno contribuito a rinvigorire e alimentare la nostra disponibilità a una nuova partenza.
Servizio. Una volta sposati abbiamo scelto di metterci al servizio del territorio in cui viviamo. Ed è così che, da quattro anni a questa parte, siamo impegnati nell’oratorio della nostra città, accompagnando il gruppo adolescenti e collaborando con i giovani della comunità pastorale. Questo servizio ci ricorda che la missione non è un luogo, ma uno stile a cui ambire nella nostra quotidianità, ovunque ci troviamo nel mondo. È con queste tre parole nel cuore che siamo spinti a ripartire. Convinti che, questa volta, non sarà un’esperienza che arricchirà solo la nostra vita, ma anche quella di nostra figlia Letizia. Partiamo, allora, con un po’ di sano e adulto indugio, ma consapevoli che ne varrà indubbiamente la pena! MM