«Vi accogliamo con gioia, ma non vi tratteniamo»
Venerdì 16 settembre 2011, quattro giovani, tre brasiliani e un italiano, hanno emesso la promessa di aggregazione al nostro Istituto nella chiesa di San Francesco Saverio della casa madre del Pime di Milano, accanto alle spoglie del fondatore, mons. Angelo Ramazzotti. Assieme ai membri della direzione generale, c’erano anche i regionali dell’Istituto, altri missionari e fratelli laici, gli alunni del nostro seminario di Monza, i parenti e gli amici. Animava il canto la corale della Parrocchia di Abbiategrasso.
In questo mese, altri due giovani indiani hanno emesso la professione nel seminario filippino di Tagaytay.
Ormai vediamo un Pime nuovo. La maggior parte del futuro dell’Istituto sarà di missionari provenienti da India, Bangladesh, Birmania, Camerun, Costa d’Avorio, Guinea Bissau, Stati Uniti e Filippine, con qualche raro giapponese e cinese.
In questi giorni, tra i problemi dell’Istituto, esaminati durante il Consiglio Plenario, ci si è soffermati su quello della formazione. Come preparare alle missioni questi giovani provenienti da tante parti del mondo?
Devo constatare che in questo campo l’impegno dell’Istituto è veramente grande e soddisfacente. Si dubitava un tempo di non farcela e si temeva di sradicare troppo presto i giovani dalle loro culture.
Da anni ormai vediamo che in varie parti del mondo la convivenza tra missionari italiani e missionari di diversa nazionalità è vissuta in maniera positiva. Anche loro, diciamo familiarmente, sanno essere all’altezza delle responsabilità a loro affidate.
Trovo che gli anni che questi giovani tarscorrono in Italia, nell’ambiente formativo, nei vari servizi in parrocchia, nelle case dell’Istituto e altrove, permettono loro di diventare dei “Pimini” doc. Tessono molteplici amicizie con famiglie italiane ed entrano nello spirito dell’Istituto, anche con qualche debolezza, e speriamo, non in qualche difetto.
Il superiore generale, Giovanni Battista Zanchi, ha spiegato nell’omelia l’importanza di mettersi totalmente al seguito del primo missionario Gesù e di vivere in fedeltà le caratteristiche dell’Istituto, cioè di donare la vita all’annuncio del Vangelo nei Paesi dove si è inviati e in uno stile di vita di comunione fraterna.
Molto bella la frase: «Vi accogliamo con gioia… ma non vi tratteniamo».
Qui è uscita splendente la vera nota preziosa del Pime: essere un Istituto che accoglie giovani di ogni parte del mondo e li prepara sempre e solo per il servizio del Vangelo e della Chiesa. Tutto ciò non per la potenza dell’Istituto ma unicamente per partire e per servire.
L’applauso finale, ben vigoroso, faceva sentire che accanto all’Istituto un po’ affaticato c’è anche l’Istituto giovane e promettente.